Rimarchiamo la nostra fiducia nel Capo dello Stato, di cui condividiamo le parole: ci aspettavamo dalle istituzioni europee iniziative di solidarietà e non mosse che possono ostacolarne l’azione. Servivano manovre forti dalla BCE e invece i 120 miliardi di Quantitative Easing promessi – per comprare titoli di stato e privati, per dare al sistema la liquidità necessaria – per il 2020 non bastano. Ai tempi di Draghi si arrivò ad 80 miliardi al mese, e allora è chiaro che i burocrati non si stiano rendendo conto della situazione eccezionale che stiamo vivendo.
La Presidente della BCE, Christine Lagarde, già nota per altre gaffe e per una carriera decisamente poco brillante come Ministro francese delle Finanze e poi come capo del FMI, evidentemente persegue interessi che non sono generali. La frase “we are not here to close spreads” ha spaventato i sempre pavidi investitori, peggiorato la situazione dei mercati, e volendo quasi suggerire una ristrutturazione del debito che sarebbe rovinosa in questo momento.
Ma sarebbe bello se la presidenza della BCE fosse l’unico problema: basterebbero delle dimissioni et voilà. Siamo alla vigilia di una grave crisi economica – che porta molti economisti ad evocare quella del 2008 – e tutta la politica europea deve cambiare i propri paradigmi e adottare soluzioni coraggiose.
1. Ci sentiamo di condividere le parole del Prof. Sapelli che in un’intervista televisiva ha affermato: “il mercato fallisce davanti alle epidemie”. Occorre focalizzarsi sull’economia reale, sulle imprese, sul reddito dei lavoratori, sulla produzione, e non sui mercati: questi, come insegna la storia, di fronte a questi fattori eccezionali sono destinati a soccombere. Ci vuole allora la presenza eccezionale dello Stato, e i mercati vanno chiusi per evitare speculazioni.
2. Dare ossigeno alle PMI e ai lavoratori autonomi, che pagheranno il prezzo maggiore della crisi, con tutte le iniziative necessarie: anche creando strumenti statali ad hoc. Occorre, come annunciato, sospendere tutti gli impegni fiscali, ma serve farlo subito perchè regna una grave incertezza.
3. Come il Presidente del Consiglio Conte ha annunciato, non bisogna dare ora applicazione al MES: l’Italia non è in grado di versare ora la propria quota per il “fondo salva stati”, non possiamo privarci di quei miliardi.
4. Accellerare sul progetto proposto da molti economisti: gli Eurobond. Occorre fare debito per finanziare un enorme intervento degli stati in economia, ma questo debito deve essere europeo! Altrimenti la soluzione sarà fare debito nazionale: malgrado tutto, i tassi di interesse italiani rimangono bassi.
Queste sono tutte proposte all’ordine del giorno del dibattito politico, che si sta svolgendo in un clima collaborativo. Il momento che stiamo vivendo è difficile, e tutte le parti sociali devono aiutarsi. La FGS farà la sua parte non lanciandosi in aspre polemiche – da rimandare a dopo la crisi – rimarcando la fiducia nelle istituzioni, e lavorando per tenere attive tutte le comunità, a partire dalla nostra: per questo continueremo a fare politica negli spazi online, coinvolgendo tutti i compagni.
Infine una precisazione. Stiamo assistendo ad una singolare propaganda cinese che coinvolge l’Italia e che è cavalcata da alcuni attori politici particolari. Il M5S, il partito della “Via della Seta”, ha messo in circolo la falsa informazione che la Cina ci avrebbe donato grandi quantità di materiali sanitari. L’opinione pubblica ha accolto euforicamente la notizia, che però è falsa: quei materiali sono stati comprati, e il Ministero degli Esteri ha fatto solo da tramite all’operazione.
Tra Italia e Cina c’è sin dall’inizio un’ottima collaborazione, da entrambe le parti. I cinesi sono un grande popolo, legato con noi da una secolare amicizia, ma questo popolo è governato da un Regime totalitario con mire espansionistiche, e che già cerca di accaparrarsi fette di opinione pubblica italiana e instaurare legami con alcuni partiti per influenzarne la politica.
Occorre quindi non cadere nelle trappole propagandistiche, soprattutto in questo momento fragile, e guardare all’Europa come il nostro orizzonte politico. I 120 miliardi della BCE comunque ci aiutano.
Enrico Maria Pedrelli – Segretario Nazionale FGS