È stato ritirato anche l’ultimo dei sette emendamenti al Decreto Rilancio che avrebbe aumentato i fondi per il servizio civile di 108 milioni per il 2020, di 99 milioni per il 2021 e di 104 milioni per il 2022, con la conseguenza che il Decreto Rilancio vede ad oggi uno stanziamento di 21 milioni, sufficienti per finanziare poco meno di 40 mila posti di servizio civile.
Il Governo Conte bis, con il ritiro di questo emendamento, butta via l’occasione di riformare e finanziare, finalmente e in maniera adeguata, un settore importantissimo per la crescita e la formazione dei nostri giovani. La delusione aumenta se consideriamo le dichiarazioni, nei mesi del lockdown, del ministro Spadafora il quale aveva promesso una riforma strutturale del servizio civile con un aumento stabile dei fondi.
È inutile ricordare a chi ci governa il grande lavoro e l’impegno dei volontari di servizio civile in questi mesi di pandemia: sono stati infatti circa 3200 i ragazzi che non si sono mai fermati e che si sono resi protagonisti di interventi connessi alla gestione dell’emergenza. Nel mese di Aprile sono poi ritornati in servizio altri volontari impegnandosi nell’assistenza alle persone più deboli, supportandoli giornalmente nelle settimane più difficili e complicate del lockdown.
Se è vero che le crisi creano discontinuità, allora dobbiamo augurarci che la pandemia non si porti dietro solo devastazione ma che ci sia un progetto strategico di rinascita nazionale fondato sulla riduzione delle disuguaglianze e sul coinvolgimento di più giovani al servizio della collettività. E il servizio civile universale, se adeguatamente potenziato, risponde benissimo a queste esigenze.
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Ecco allora che, come Giovani Socialisti, chiediamo al Governo e al Parlamento un maggiore impegno per rendere il servizio civile uno strumento a disposizione delle giovani generazioni per abbattere l’emarginazione ed entrare a gamba tesa nella società, dotandolo di quella universalità che, purtroppo sotto certi aspetti, è rimasta solo sulla carta. Il nostro auspicio è che si possa finalmente dare risposte concrete ai circa 80-100 mila giovani che ogni anno manifestano la volontà di impegnarsi a vantaggio della propria comunità.