Il rapporto Ipsos/SaveTheChildren “I giovani ai tempi del coronavirus”, pubblicato il 4 gennaio 2021, ha fatto emergere quanto la DAD abbia peggiorato ulteriormente lo stato di salute di una scuola, quella italiana, che già era in affanno.
La succitata ricerca statistica, incentrata sugli studenti di scuola superiore di II grado in età compresa tra i 14 e i 18 anni, suddivisa per zone del territorio nazionale, fa emergere dati preoccupanti circa l’impatto della pandemia sugli alunni degli istituti superiori in Italia.
In particolare, notevole apprensione destano le percentuali (ahinoi, non definitive) relative al tasso di abbandono scolastico e all’aumento delle materie da recuperare: il 28% degli studenti intervistati, infatti, ha affermato che almeno un compagno, dalla scorsa primavera, ha smesso di frequentare le lezioni. Ma c’è di più. Il 7% dei ragazzi contattati afferma che, nel medesimo periodo di riferimento, i compagni che hanno abbandonato la scuola sono più di tre. Occorre registrare, inoltre, un grave aumento (35%) delle materie da recuperare.
Ciò tradisce le difficoltà di apprendimento, con lo strumento della didattica a distanza, degli studenti presi in considerazione, con l’inevitabile corollario che ne discende: minori probabilità di continuare nel percorso di studi; maggiore difficoltà ad essere competitivi nel mondo del lavoro; maggiore divario socio-culturale.
Un tale tasso di dispersione scolastica, nonché un così vistoso decremento del rendimento scolastico, non solo non possono essere imputati agli studenti (ciò che non sarebbe meno allarmante), ma, soprattutto, impongono un intervento dello Stato in direzione del recupero educativo di una generazione di studenti così duramente colpita dalla pandemia.
A conferma dell’incidenza della DAD sul fenomeno della dispersione scolastica, si consideri che, nel focus del MIUR “La dispersione scolastica nell’anno scolastico 2016/2017 e nel passaggio all’anno scolastico 2017/2018”, l’abbandono scolastico nell’ambito delle superiori di II grado, tra i quali sono ricompresi anche i percorsi IeFP, era pari al 3,81% (1,36% nel corso dell’anno 2016/2017; 2,35% tra l’anno 2016/2017 e l’anno 2017/2018). Nei due anni precedenti, invece, il tasso di dispersione scolastica, sempre tra gli studenti delle c.d. superiori, era pari al 4,31%.
È di tutta evidenza che un siffatto stato di cose, semplicemente, non è accettabile.
La FGS, pertanto, propone l’istituzione di un sistema (NODAD = Nuove Occasioni Didattiche Anti Dispersione) che consenta a tutti gli studenti delle scuole superiori di II grado che, per tutta la durata dello stato di emergenza, hanno abbandonato gli studi, di recuperare il proprio percorso scolastico-formativo per ritornare, all’inizio dell’anno 2021/2022, con gli stessi compagni di classe anzitempo lasciati.Il progetto in questione prevede l’organizzazione di campi estivi didattici, all’interno dei quali saranno predisposti dei corsi intensivi di recupero, con programmi condensati e sintetizzati, al cui termine i frequentanti verranno sottoposti ad un test che accerti il compiuto recupero.
Potranno parteciparvi anche gli studenti che, benché non abbiano abbandonato la scuola, debbano recuperare specifiche materie. Gli insegnanti saranno scelti tra coloro i quali, presenti nelle graduatorie di concorso, nell’anno 2020/2021 non hanno avuto una cattedra.